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Davide Montrucchio
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Sono nato a Torino, dove tuttora si dimena la mia vita e ove lavoro, il 16 marzo dell’anno 1972, in un giorno di vento spavaldo. Quello stesso vento interiormente mi fa ondeggiare a colpi di folate ancor oggi, tanto che a volte mi pare di avvertirne il sibilo, quando mi trovo solitario come statua in mezzo ad una piazza in un giorno di pioggia scrosciante.
La mia infanzia è stata un immenso cielo di spensieratezza, di divertimento e di allegria, costellato altresì di qualche soddisfazione sportiva, e ridde di amici, e tante cose da fare per crescere. Ma le lacrime non hanno tardato molto a sgorgare dai miei occhi, quale triste pioggia…. Un cinema che brucia e l’amichetto del cuore perduto per sempre.
Dotato di sufficiente intelligenza e buona memoria, ho frequentato la scuola senza troppe difficoltà e senza sottrarmi il tempo per lo sport, per gli amici, per lo svago. Finché un giorno, a bordo della mia moto da strada diretto verso un campo di pallone a Torino, non ho avuto uno spaventoso incidente che mi costrinse ben quattro mesi in coma: la vita appesa ad un filo… e che tuttora mi pregiudica, mi rende difficoltoso il cammino, costringendomi a trascinare appresso delle storture dell'essere non certo comuni allora ad un ragazzo di 17 anni e oggi un uomo. Il diploma in ragioneria, conquistato faticando parecchio ma senza conoscere la delusione di restare bocciato grazie ad un'applicazione allo studio pressocchè inaccettabile per ben i due ultimi anni di corso, mi ha permesso di riaffacciarmi ad un mondo meraviglioso ma problematico. Reso debole dagli handicap che il trauma cranico mi aveva incollato addosso come la catena ad un cane, pure avvertivo un bisogno matto di rapporti sociali, di partecipazione alla Vita.
Dopo una lunga parentesi di disoccupazione, lavoro ormai da diversi anni presso un ufficio di un'azienda in città, indossando giacca e cravatta... ma quanto mi mancano le tute sportive di un tempo... Ogni giorno però la vita è un continuo ricominciare e le sue sfaccettature mi danno la spinta giusta per affrontare la sfida ancor oggi, e quale mai ricerca è più nobile della felicità?
Davanti è l'unica direzione verso cui puntare gli occhi, lasciando che sia l'esperienza a guardare indietro di sguincio e pronunciare consigli a venire.
C'è un indomito soldato in grado da solo di sgominare un'orda barbarica.
Il suo nome è Volontà.
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