Mille lucciole nel buio

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Lungo la strada di nessuno
capitò che perdessi l’orizzonte
e che il buio mi sopraffacesse.
La via su cui procedo da allora
è cosparsa di fango, di buche
non più sì fonde ma accidentose
comunque. Sconobbi la gente
che animava il mio teatro allora
(ogni anno che seguì, qualcuno)
e guarnii quegli assiti di solitudine
con occhi nuovi , parole benigne
più che consolatorie: corroboranti.
Conosco ora l’assurda gioia
di venir chiamato “zio” d’ogni canto
e di giocar essere tornato
non come tal 29, ma da breve nato.
Di amici solo i migliori: gli unici
che m’inorgoglisca di vantare.
E l’amore della donna di valore
accecante quanto sua cultura,
di una timidezza affascinante
e quasi irreale in un mondo
da allora fattosi nè bene nè male,
ma solo mutato come se 26 anni
lo avessero ridotto calcandolo.
Non importa... pur se ancora
lo si sussurra col riso in bocca
e con un pugnale nel fianco.
Tenetemi stretto miei cari,
come se di tempo ne avanzasse
molto ancora come allora:
prima di urtare contro il destino
cui sol dopo vidi, vedo, ho visto.

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