Da pugna intestina

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Da un vocio sottomesso
di dentro all’anima uscito 
al fine di parar un colpo,
io, ingenuo a tal punto
da non interrogar ragione,
ho dato ascolto a costui.
Mi esortava a depor l’arme
e rassegnarmi al tracollo
del frutto ancora non nato,
bastante del contenuto
di mie mani, cioè di niente.
Al sopraggiungere di ragione
la voce nemica ha taciuto
per paura d’esser uccisa.
Ma quanto proferito,
giunto al senno intaccato,
biascicato da vicino,
ha cambiato le regole
del giuoco: alta la guardia
che l’altro è una canaglia.

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