Dalle prigioni anguste che
vedute dall’esterno, da fuori,
non sembrano neanche covi
di malfattori ammanettati,
s’ode ognora un mugghio
più che un querulo tono.
La libertà ha un nonsoché
di fallato e abominevole,
cioè la sua sottrazione.
Per l’invalido venuto in seguito,
la prostituta costretta a tanto,
lo stolto che non si duol d’esserlo,
le celle sono anguste, così strette
e le finestrelle anch’esse sbarrate.
Ma dalle sbarre si vede la libertà,
come da essa l’entro della cella.