Chetasi il respiro

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Ogni volta che si supera
il crollo di un ponte sotto
i piedi, lo squarcio cataclismico
del terremoto, il dolor esteso
di raffazzonatura vergognosa,
il ciel si rasserena. Rii in secca
si mostrano, sgambettano
fluenti di piene e di pesci.
Ci s’adagia nel proprio guscio
sebbene stretto. Ma la vetta
trascina e attenta alle forze
che si dibattono ancora.
Un altro ponte scricchiola,
torna scuro, fosco e caduco.
S’abbranca il sudario rorido
e le nubi dicon di stenderlo.

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