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Trincea, fine di una tomba - 25 aprile
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Abito da casa lurida
La storta ad un millepiedi
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Lasciar correre, gli atleti
Le pagine più belle a destra
Riutilizzo del fango
Forza e forza a tuo beneficio
Due gocce di collirio
In concorso di colpa
Le cesoie all'opera
Per tomba un fondale
E la piazza insorse
A bugiardino in cirillico
La macchinazione è rea
Da tacer allo psichiatra
Un leone dalle orecchie pendule
Mattino di solstizio
Da in bilico su un'idea
L'ossigeno ci fa uno
Pagine con le orecchie
100 o 1, fa d'uopo pensarci
Le congetture di un imbranato
Buco nel vetro temperato
Nodi dei capelli
La solitudine dei dementi
Il mare a secchiate
Scritta nell'afflato sul vetro
Bastò una goccia al fiore
Geroglifici nel contempo
La terra dopo un acquazzone
A tu per tu con una penna
La tensione ad un certo numero
Le scarpe un po' strette
Mantenetevi candidi almeno voi
La planimetria in viola
Oltre lo zenit
Scusate, ma il panettiere è depresso
Onde il porto della giustizia
La schizofrenia trascurata
Trincea, fine di una tomba - 25 aprile
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Altre poesie
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Chi si batté per la libertà allora,
oggi anch’esso fa festa
sotto due metri di terra.
A chi ora ci cammina sovra,
spetta debito di riconoscenza.
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Una poesia a caso...
Dritta a Dante Alighieri
Costa ancora poco erosa
da trentacinque anni d’acqua
conta di meno, ma noi due
eravamo ancor altri due:
se fossi morto, se fossi andata,
avremmo fatto solo media.
Tenersi il sorriso vuole dir
che lui inarca le gote di lei
e che lei tratta le sue di lui,
per proseguire mai solitari
a contrastar l’acidulo di due
limoni spremuti in due bocche.
Di altri le mani, sì le bocche
da due strette non nostre.