Perché convincerti non posso, e neanche più lo vorrei, a uscire dalla tua foto che mi regalasti anni fa. Il cuore batte ancora fra queste sbarre d’ossa, ma non grazie a te che ti sei eclissata per cercare la tua strada. Tu la tua, io la mia, a ciascuno la propria… Così dovevano andare le cose. Rimani pure immobile, continua pure a non respirare, a non parlare, Sabrina... Tu, prigioniera di una fotografia.