Mattino d'autunno

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La bruma che si respira
in questo mattino d’autunno
limita l’orizzonte alla vista,
ma proprio in essa io catturo
i ricordi più belli della mia vita
quasi come l’ultimo saluto
del marinaio alla terra natia
prima di salpare nel mare sconosciuto.
 
La talpa scava la sua tomba;
un nibbio vorrebbe sì catturarla
ma la foschia lo inonda
e la sua preda scappa.
Tempo fa c’era una fronda
che adombrava un po’ quest’aia:
di essa oggi n’è rimasta l’ombra.

Il letargo è già incominciato
per gli animali più freddolosi.
No, è inutile: nel bosco non vado
poiché già son tristi i pochi rumori
e i versi rari che avverto quando
ad esso volgo le mie attenzioni.
Il sole si è ammalato
(come ogni anno): sotto le sue coltri
di nubi è caduto anch’esso in letargo.

In questo mattino d’autunno
non ho nessuna voglia particolare.
a ben pensarci però un desiderio, uno
ce l’avrei: vorrei liberare
la mente mia da un pensiero
affiorato quando, mezzo addormentato,
all’aurora, questo mio cervello
ha ripreso a funzionare senza comando…
vorrei tanto tornare indietro.

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