Al tavolo di un'osteria

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Un gruppo di vecchi alla bocciofila
un giorno si ritrova a dibattere
sul declino della società attuale.
«Ah, quand’ero giovane io,
c’era più rispetto dei vecchi:
si stava ad ascoltare
i discorsi che facevano, le storie
radunati attorno al fuoco.
Non si avevano altre mire:
il mondo iniziava e finiva
attorno a quell’umile fuoco.
Poi son diventato vecchio io
e più nessuno ascolta i vecchi
anzi… ci zittiscono!».
Un altro prende la parola:
«Quand’eri giovane tu
tanti morivano di fame e di noia
attorno a un camino,
compreso tu! Ma nient’altro
c’era per passare il tempo.
Eri rassegnato senza saperlo.
La verità è che le vie di mezzo
sarebbero le più giuste.
Ora tu ragioni da vecchio
poiché ora sei un vecchio.
Ma al tuo… al nostro tempo
ragionavi da giovincello
poiché lo eri… lo eravamo».
Una golata di vino a ciascuno
confonde quei due animi,
l’ardore di un tempo riaffiora
e ricomincia il dialogo:
«Ai miei tempi si pensava al prossimo».
E l’altro: «Sì, al prossimo…
al prossimo giro di vino!
Lo paghi tu o lo pago io?!».
Ogni epoca, ogni generazione
si curi da sé di sopravvivere,
di non andare in malora e stabilire
a chi tocchi pagare il prossimo bicchiere.

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